In questo articolo descriveremo il percorso burocratico per ottenere Partita Iva, iscrizione al Registro Imprese e agli istituti previdenziali. L’esempio da cui si parte è quello della partita IVA per artigiani, a seguire ci saranno delle integrazioni per commercianti e per società

Queste sono indicazioni di massima, ovviamente, perché le variabili sono infinite, ma le differenze sostanziali sono comunque minime.

Partita Iva ARTIGIANO:

  1. Acquisizione partita IVA sul sito dell’Agenzia delle Entrate: l’acquisizione è quasi sempre immediata;

  2. Individuazione del codice ATECO: esiste un lunghissimo elenco delle attività esercitabili, tra le quali individuare la propria cui è attribuito, appunto, un codice che servirà spesso in quasi tutte le attività di carattere fiscale;

  3. Iscrizione all’INAIL: dal sito dell’INAIL stesso o tramite collegamento telematico con “Comunica”;
  4. Acquisizione della P.E.C. (Posta elettronica certificata): obbligatoria;
  5. Richiesta e ottenimento della Smart Card;
  6. Iscrizione al Registro Imprese e, in automatico, all’INPS; con “Comunica”

NOTE:

  • Per esercitare attività artigianali occorre quasi sempre l’autorizzazione dell’Amministrazione Comunale che conviene chiedere fin da subito; le pratiche da svolgere variano da comune a comune, per cui non è possibile, in questa sede, elencarle,
  • Anche le varie C.C.I.A.A. Adottano, spesso, software diversi e, altrettanto spesso, i percorsi possono variare;
  • In ogni caso, fino a quando non viene rilasciata l’autorizzazione comunale, l’impresa viene iscritta nel registro imprese come “Inattiva”;

Partita Iva COMMERCIANTE:

La procedura è la medesima con la sola differenza che l’iscrizione INAIL è obbligatoria solo se ci sono dipendenti o collaboratori familiari;

Partita Iva SOCIETA':

Anche in questo caso la procedura è la medesima con la differenza che è il notaio ad essere incaricato di costituire per atto pubblico la società, a iscrivere, come inattiva, la società al Registro Imprese.

SPESE:

Le spese non sono eccessive, si parla di diritti camerali che variano da 40 a 200 euro; spende meno la ditta individuale, un po’ di più la società;